La riforma riguardante il nuovo sistema di reclutamento e formazione degli insegnanti, è stata approvata definitivamente ormai da tempo.
Si tratta di un percorso a step che modifica nuovamente le modalità per diventare docenti. L’ennesimo cambiamento che ha generato non pochi malcontenti e lasciando non poche incertezze su diversi aspetti.
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Riforma e reclutamento – Laurea e 60 cfu
Oltre alla laurea, specifica per la classe di concorso a scelta, sono previsti anche 60 crediti formativi universitari o accademici, nelle materie inerenti l’ambito psico-pedagogico.
Raggiunti tali requisiti, gli aspiranti docenti affronteranno anche una prova finale, che consisterà in un test scritto e in una successiva simulazione di una lezione.
Il conseguimento dell’abilitazione, non è da considerarsi titolo di idoneità e non dà diritto al reclutamento in ruolo a tempo indeterminato, che rimarrà comunque collegato al superamento delle procedure concorsuali, indette con frequenza annuale.
Fase transitoria fino al 2024
La fase transitoria dal vecchio sistema di reclutamento a quello nuovo, genera inevitabilmente un po’ di confusione ed incertezze. Rimangono invariati i requisiti per quanto riguarda le scuole dell’infanzia, le elementari e la specializzazione sul sostegno. I cambiamenti interesseranno solo i futuri docenti di medie e superiori.
Ci sono però alcune eccezioni:
- Il procedimento sarà riservato ai laureati che hanno conseguito solo 30 cfu aggiuntivi all’università e prevedrà il conseguimento degli altri 30 crediti in un periodo di un anno, durante il quale avranno un contratto a tempo determinato, prima di svolgere il regolare anno di prova.
- Altra eccezione riguarda i precari con 3 anni di servizio anche non continuativi, purchè svolti nel quinquennio precedente. Questi potranno sempre partecipare ai concorsi.
Che fine faranno i 24 cfu?
Buona parte delle incertezze sono legate al fatto che, questa riforma va a cambiare per l’ennesima volta un percorso di formazione già soggetto a numerosi cambiamenti negli anni, ognuno dei quali portava alcune caratteristiche e requisiti peculiari.
Ma come si rapportano i 24 cfu al nuovo percorso di 60 cfu previsto dalla riforma?
La risposta, almeno al momento, è un parziale punto interrogativo.
Non ci sono ancora comunicati ufficiali riguardo possibili integrazioni, ma è possibile immaginare una futura integrazione.